Pubblicato: Giovedì, 07 Luglio 2016 09:27
Scritto da Fra’

MOBY DICK
…..di……….
JOHN HUSTON
……con………..
GREGORY PECK
ORSON WELLES
….STROFE 22…..
ROMANZO DI
HERMAN MELVILLE
*
Io sono Ismaele,
di animo non gaio;
scaccio la tristezza…
vado marinaio;
e da volontario
salpo a gonfie vele.
Mi trovo a Manhattan,
cinta da banchine
e la gente è incline
a restare qui;
c’è quel magnetismo
che l’acqua diffonde,
con tutti alle sponde;
io a vedermi dentro,
più vigile e sveglio,
e restare al centro,
per capire meglio,
nel sogno dorato
che si svolge fuori…
ma voglio viaggiare.
La sensazione mia,
ne sento la magia,
che dà buoni umori.
*
2
*
I passeggeri hanno
piacere a viaggiare
e pagano il viaggio.
Per prendere il mare
mi faccio pagare,
e quanti lo fanno,
anche come cuochi,
però posti pochi…
che poi si è “Ufficiali”:
posti riservati.
L’idea non stempera
e si riverbera
dalle acque agitate;
nei volti riluce…
le più colorate
diffondono…luce.
L’acqua è l’elemento
che ho nelle mie…vene:
vorrei essere anfibio;
dopo il “mercantile”
cambio solo stile:
caccio le balene.
*
3
*
Tra i manhattanesi,
dal brillio attirati,
in me riaffiorano
cetacei cacciati…
sempre celebrati,
alcuni mai presi.
Nel vento impetuoso,
al chiaro di luna
di stelle qualcuna,
che solcano il mare
tra scie di fosforo…
sì e mi sovvengono,
le ciurme…tengono
tutta l’esistenza,
un fare serioso;
non ne fanno senza,
in loro è imperioso:
segnala ed ascolta…
la sagoma è certa…
barra sotto vento…
le carte le vede:
” posizioneee – chiede-
ohhh! Tutti in copertaaa!”.
*
4
*
” Come su pentola
lo fa ribollire
il gorgo del mare”.
Nessuno a riempire
così lo può ambire;
e ha quella “ventola”
con un arcobaleno.
Biblici versetti,
da Giobbe corretti,
su quel…Leviatano
che leggo ogni giorno:
“terribile mostro”
che è nel corpo nostro.
Sconfiggere il male,
certo è allegorico;
sconfiggerlo vale,
rende euforico.
A New Bedford sono
in raduno…orgoglio
di noi balenieri.
Bastò la parola:
locanda una sola,
allo “Sfiatatoio”.
*
5
*
In questo locale
un quadro ammirato:
un grande uragano
e, mezzo affondato,
un “mostro” schiumato,
che una nave assale.
E poi tutto intorno
lance da balena,
ramponi da scena
di pésche tremende,
ed attrezzi adatti.
” Cetaceo bianco “
la mescita al banco.
La stanza affittata
( con un ramponiere ),
ed imbalsamata,
ma di quelle vere,
la testa di uomo,
proprio visibile
così ciondolante…
appesa alle pelli…
e ai folti capelli :
era un cannibale?
*
6
*
Sulla porta stava,
tutto tatuato…
anche alla calvizie…
” Quequeg ” che d’un fiato
si era presentato.
Voce che…scavava
e, poi, molto inquieto
si sfilò con cura…
l’ascia da paura.
La candela accesa…
gridando io…tremò;
accorse il padrone
( però con le buone ),
e lui si quietò…
verso me, affettuoso.
Fin quando albeggiò,
dormì…rumoroso;
poi si rivestì…
ma che confusione:
tutto con la fretta
di andare al locale,
ma niente di male:
carne a colazione!
*
7
*
Campane a distesa
e odore di cero
per quella predica:
un vascello intero
da pulpito vero.
E’ nota la chiesa,
e quel cappellano
era l’ attrazione.
La predicazione:
dalla scala a corde
su e su… fino su;
scalini affrontava
( capelli… argentava ),
a chiesa gremita.
Era ex-baleniere;
e con tra le dita
bibbia e miserere
del fedele guida,
padre Mapple, in fondo.
A prua se ne stava:
la gente a babordo
( poi tutti a tribordo );
lui…un tono profondo.
*
8
*
Poi, su quella “nave”,
si mise imperioso,
guardando lontano:
iniziò furioso
( un pochino ombroso ),
alternò al…soave.
Commentò di Giona
dentro la balena,
e svelto a…catena;
Giobbe lo imitava
con tutti i rimbrotti
scritti nei versetti:
nella Bibbia detti.
La predicazione…
uno spettacolo;
la recitazione…
senza un ostacolo.
I fedeli attratti
( per loro una icona ),
Padre Mapple, artista;
lassù si esaltava
e la declamava
la storia di Giona.
*
9
*
“…si avviticchiarono
al capo di Giona
delle alghe marine;
ma Dio, se perdona,
ha della persona
quel che annotarono
gli angeli celesti…
Giona si salvò:
che tanto pregò…”.
Così padre Mapple
terminò il sermone.
Restò inginocchiato;
chi aveva ascoltato
passò deferente…
accenno commosso;
un pò sofferente…
che era stato scosso.
Da quella chiesetta
uscirono al molo
file di fedeli.
Lui, le mani giunte,
con preghiere aggiunte…
pregava da solo.
*
10
*
Insieme al locale
con Quiqueg d’intesa:
proprio buoni amici.
Curiosità accesa,
da un rumore…tesa:
un incedere tale…
zoppia accentuata
di Achab, capitano,
quel rumore strano.
Ritornava a sera
dalla baleniera
” Pequod “, attraccata.
La gamba amputata
poi gli risuonò;
Moby Dick, balena,
sorprese e…arrivò…
da dietro la schiena.
Si organizzava ora,
però che vitaccia,
contro il cetaceo.
La ricerca stancante,
perché lui arrancante,
non fermò la caccia.
*
11
*
E ci fu il contratto
di navigazione
per noi ramponieri;
e nella occasione
chiesi in Direzione:
” Col massimo tatto
si può incontrare Achab…
per fargli un saluto…”;
silenzio assoluto.
Come una reliquia:
difeso da tutti;
ma Stubb, ufficiale,
disse (madornale)
che tutto il rumore
del suo camminare
durava delle ore…
da non sopportare!
Achab, tutto sghembo,
parlava e parlava,
rimbrottando tutti…
La pipa gettò
e in acqua affondò,
ma ancora… fumava.
*
12
*
E già, Achab in panca
guardava lontano:
era Comandante;
e cercava invano
quel cetaceo strano:
la balena bianca!
Quando ne parlava,
la voce, raschiante,
cambiava all’istante:
un suono arrochito,
poi le mezze frasi:
” Diavolo… la prendo…
giuro… non mi arrendo…
la troverò… giuro…
Sono io il Capitano…
e tenete duro…
nò, non sarà invano.”
Gli occhi scrutavano
in giro dal Ponte,
e la ciurma…lì,
sempre deferente;
e lui sofferente…
sguardo all’orizzonte.
*
13
*
L’identikit…ho
sempre dentro me:
Achab, statuario,
Moby Dick con sé,
ma, anche dentro me.
In lui riaffiorò…
la balena bianca,
che sempre in sé aveva
e per lei viveva…
Achab, manichino,
passando vicino…
sempre verso il mare,
era a bofonchiare
quelle imprecazioni:
“…cribbio, maledetta…
ne faremo doni…
per ogni forchetta…”,
e solenne andava…
sulla tolda ogni metro,
biascicando versi.
Sì, sempre fanatico:
era il suo “viatico”,
sempre avanti e indietro!
*
14
*
” Equipaggio a poppaaa…”,
si radunarono
e, Achab, gli parlò:
” Mari girarono,
ma invano andarono;
la sfortuna troppa
degli altri navigli;
ma lo scafo è un altro,
e sono più scaltro…
Il Doblone di oro
del primo che avvista
Moby Dick, sarà…”,
e lo attaccò là,
in alto al pennone:
con mazza inchiodò
un gran medaglione
che tutti attirò.
Disse Stubb: “Di notte,
ed è benedetta,
dovunque nel mondo
tiene a luce piena…
olio di balena…
merita vendetta? “.
*
15
*
” Odio per un bruto
che non ha parola-
esclamò il “secondo”-
la vendetta sola,
e lei ci si sgola…”.
Achab stava muto,
poi eruppe con grida
lanciate lassù…
verso il cielo e più;
cappello a tre quarti
e, tonitruante,
a voce distesa:
” Mi facesse offesa
il sole colpirei;
l’ira mi sconquassa;
negli…studi miei
la rabbia è la massa
e il tempo la gonfia,
ed adesso è enorme:
potrebbe scoppiare…
Ufficiali…state
con lance incrociate:
propizie le forme”.
*
16
*
E contento brindai
a quella avventura
e, le mie grida,
accordai con cura
a tutti, a premura
di quanto ricordai:
queste tradizioni
per doversi armare,
ed amalgamare
con tutti quegli altri
del folto equipaggio.
Millenari riti,
da sempre esistiti.
Invocai fortuna
ed, insieme a loro,
il GROG bevemmo (una
pianta sciolta) e il coro:
“Moby Dick, surrender…”,
questo a propiziare
una buona…caccia!
Come un sol uomo era
la spedizione fiera:
si iniziò a viaggiare.
*
17
*
Nel sud, in quei mari,
puntò il Capitano;
sempre corrucciato…
lo spirito strano.
Declamava un brano
dai contorni amari;
e lo conoscemmo,
sempre così acuto,
sempre “posseduto”…
ieratico stava.
Con Quequeg giocava
e sembrava ostile,
ma era il suo stile.
Bibbia e cannocchiale:
dritto all’orizzonte,
per battere il “male”
e bere alla fonte,
per poi debellare
la “pietra tombale”
dal genere umano.
Achab era “armato”
contro quel…”peccato”…
quel “neo”… “Originale”.
*
18
*
” Ssstt! Senti il rumore?”;
notte, bella luna,
vicino al cassero,
una volta ciascuna,
le tazze una ad una
versate per ore:
dolce acqua scorreva.
” Ma sarà una tosse
o…prende percosse;
era un marinaio,
l’acqua a travasare,
col bugliolo in mano;
dire piano piano:
tutti a commentare…
tono sottovoce.
Suono a riparare…
chi alla sosta nuoce.
Nei particolari
Achab era…amato,
e non per timore;
era conoscenza…
nella sofferenza
veniva aiutato.
*
19
Achab, prima luce,
leggeva il Messale
a quel primo brillìo;
poi inseguì il male
col suo cannocchiale.
Con lo sguardo truce
ne scrutava il mare,
e inquadrava, in più,
quel gabbiano su;
da sua esperienza…
veniva lo stormo…
sì…si affiancavano…
le onde sbiancavano…
e così affiorò,
e fu proprio un tick,
come un forte shock…
vide… Moby Dick!
La ciurma arrivò,
tripudio di evviva,
ma pronti alla caccia.
Achab delirava,
nella trance urlava:
” E’ MMoby DDick…vvivaaa!”.
*
20
*
Sì, ciurma festante,
ma Achab esplodeva:
urla belluine:
” Ecco, a chi rideva…
e tanto insisteva…
che ero commediante…
avete tutto il mare
e la balena bianca…”.
” Laggiù! Soffia! In prora…”,
grido da un albero:
vedette agli ordini…
senza disordini:
” Tirate i velacci,
ed il velaccino,
e i coltellacci…
saranno il destino…”;
Achab è fremente;
di Achab…augurio…
perverso mandava.
La gamba era a…tamburo…
tremava sul duro
quel “tubo” al mercurio.
*
21
*
Gobba come neve…
si vedeva a miglia…
soffiava laggiù…
che luce verdiglia
passando la chiglia,
avendo le leve.
Tutti emozionati…
era il fatto loro;
balenieri in coro
davano i comandi.
Son come un elenco:
“Barra sottovento,
horza…però attento…
zitto marinaio…
quelle lance in mare…
horza…ma che guaio…
dovrebbe arrivare…”.
Passò e ripassò,
e senza fermarsi;
però Achab sapeva,
perché tipico era;
la fermata c’era:
doveva inarcarsi…
*
22
e si inarcò furiosa;
io alla “lancia” scesi
con Achab a mare;
col rampone offesi
(ed altri già appesi),
la carne spugnosa.
Però frustò Achab,
del cavo la cima,
che lo strinse prima
e si aggrovigliò…
a nodo…letale.
Moby Dick, ferita,
restò con lui unita:
uniti in… fiancata.
Bersagliata, offesa,
finchè fu narrata…
e gente…distesa
l’accolse nel porto
di Nantuchet, lì.
La si raccontava
così da…tregenda…
divenne leggenda
quella Moby Dick!
*
*